Fresco, frizzante e con un po’ di amarognolo nel retropapilla: Fai piano quando torni è un gin tonic fatto romanzo, la scelta giusta in ogni occasione.
Margherita è una protagonista antipatica, quindi se come me amate odiare i personaggi dei libri che leggete vi conquisterà subito. Anna è il suo contraltare: tanto piena di vita quanto l’altra è apatica, tanto colorata quanto l’altra cerca di mimetizzarsi con le pareti scialbe della stanza di ospedale in cui si incontrano. La loro storia è il confronto tra due donne agli antipodi: la vita, l’amore, le esperienze e soprattutto le aspettative per il futuro vengono raccontate (o in certi casi estorte) tra un controllo medico e una visita dei parenti. Finché non è ora di tornare a casa e… niente spoiler, ma lì inizia la vera avventura: partendo dalle lettere appassionate che Anna riceve da più di cinquant’anni, Margherita si troverà a esplorare Napoli e Ischia, in un’esplosione di colori e luce che la costringerà finalmente a riprendere in mano la propria vita, fare i conti con il dolore e le perdite subite e alzare lo sguardo verso il futuro.
Questo libro parla di amore in molti modi: l’amore romantico e l’amore idealizzato, l’amore di una figlia verso i propri genitori e quello di una madre che fatica a esprimerlo. Parla dell’amore per la vita in modo semplice, attraverso la storia di Anna che è una storia vera, solo un po’ riadattata nel contesto da Silvia Truzzi, che in questo suo primo romanzo ha voluto mettere in salvo le confidenze della “vera Anna” attraverso la scrittura. Come racconta lei stessa questo libro è nato in un momento difficile come una sorta di sfogo o terapia. Poi è rimasto a lungo chiuso in un cassetto, ha seguito Silvia in qualche trasloco, e quando finalmente è giunto il momento ha visto la luce in una forma nuova. Pur non essendo un libro autobiografico è disseminato di momenti reali che lo fanno vibrare come una cosa viva, come un momento di riconoscimento in cui si vede quel guizzo di realtà che rende davvero plausibile una svolta nella storia, la descrizione di un luogo o di un sentimento.
E in questa caccia al tesoro tra bellezza inventata e reale una chicca è la bellissima foto di copertina: scattata dal padre dell’autrice a quella che sarebbe poi diventata la sua mamma, un omaggio dolcissimo e il modo più autentico per iniziare a parlare d’amore.
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