NB: i prodotti di cui parlo in questo post mi son stati regalati.
Uno dei primi pensieri quando i suoceri hanno acquistato una (bellissima) casa in mezzo ai boschi della Valsesia è stato “ma qui ci sarà internet?“.
Ovviamente non c’era quando l’hanno comprata e non c’è neanche oggi che sto scrivendo questo post (almeno non l’internet che conosciamo a Milano. Ma neanche quello che conoscono a San Bonifacio: niente fibra, niente rame, niente). L’unica soluzione sfruttabile? Un paio di tacche 4G in due punti precisi: in mezzo al cortile e nel sottotetto. Fine.
Vista l’impossibilità di piazzare un router o lasciare un telefono a fare da hotspot in mezzo al cortile, abbiamo optato per il sottotetto.
La soluzione di tutti i nostri problemi è stata la combo router LTE (il FRITZ!Box 6890 LTE, per la precisione) + una sim dati da 70gb (che bastano e avanzano quando andiamo solo nei weekend e che invece finiscono molto prima del previsto quando stiamo su per un mese intero).
Poco male: faremo l’upgrade a 200gb.
Ma torniamo alle cose “tecniche”.
Il FRITZ!Box riesce a captare molto bene, anche grazie alle due antenne importanti, il quasi impercettibile segnale 4G che arriva in quel punto della casa e a rilanciarlo nei dintorni nel migliore dei modi, ma subito c’è un altro problema da risolvere: la casa ha i muri praticamente impenetrabili a qualsiasi tipo di segnale, quindi il wi-fi del router arriva molto bene nella stanza sottostante (e in tutto il sottotetto, ma non è un posto dove passiamo più di un minuto al mese) ma nelle altre stanze (e al piano terra) è praticamente impossibile affidarsi al solo segnale uscente dal router. Ed è qui che entra in gioco l’altro aggeggio che si vede nella foto (quello con il led acceso): una powerline (sempre di AVM: FRITZ!Powerline 1260 WLAN Set).
Come funziona una powerline? Innanzitutto dico “una” ma intendo almeno due device (tre, nel nostro caso): uno è quello lì che si vede vicino al router (collegato allo stesso tramite un cavo ethernet), l’altro invece è ad esempio questo qui sotto, che abbiamo messo in cucina al piano terra (e uno identico si trova nella nostra camera da letto, al primo piano).
Funzionamento molto semplice, riassumibile così: internet attraverso l’impianto elettrico della casa.
Il dispositivo collegato al router trasmette la connessione all’impianto elettrico, io devo solo decidere in quali stanze voglio mettere le altre powerline per avere un nuovo punto wi-fi (col risultato di ampliare sì la copertura in tutta la casa, ma senza fare affidamento al segnale wi-fi primario che parte dal router, come farebbe ad esempio un repeater, visto che i muri non me lo permettono). A dirla tutta, queste powerline hanno anche un ingresso/uscita ethernet, quindi potenzialmente posso mettere una presa ethernet in corrispondenza di qualsiasi presa elettrica, ma è molto più bello il fatto che da ognuno di questi dispositivi venga rilanciato il wi-fi, no?
Insomma: al momento siamo riusciti a sconfiggere il digital divide e l’impenetrabilità dei muri con questa semplice soluzione, assicurandoci non solo la possibilità di cazzeggiare su Instagram mentre i bambini passano da Disney+ a Netflix bruciandoci tutti i giga, ma anche di tenere controllata la casa quando siamo a Milano.
Per un paio d’anni abbiamo fatto affidamento a una telecamera di sicurezza da interni posizionata vicino a una finestra, riuscendo a beccare anche situazioni così:
Quest’anno però abbiamo fatto un upgrade: finalmente una telecamera da esterni (una Bullet 2 4MP di Imou)!
Vi metto un paio di foto scattate in questo preciso istante e una scattata il mese scorso, giusto per farvi capire la qualità dell’immagine (si possono ovviamente registrare anche video, vi lascio tutte le specifiche tecniche).
Per la visione notturna è possibile scegliere tra quattro opzioni: infrarossi (quella in b/n qui sopra), a colori (nomen omen, sfruttando i due faretti incorporati nella videocamera), smart (sempre in b/n fino a quando non rileva un movimento sospetto: in quel caso si accendono i faretti e l’immagine torna a colori) e off (sfrutta l’eventuale luminosità ambientale. Tradotto: se c’è buio pesto, vedi nero). Di giorno invece si vede già benissimo, senza alcun trucchetto.
Oltre ai già citati faretti c’è anche una sirena abbastanza forte da svegliare il vicinato (sia faretti che sirena possono essere attivati anche dall’app, quindi ora potrei ad esempio svegliare il vicinato, ma non lo farò perché sono persone deliziose).
L’installazione della telecamera è semplicissima: una volta installata l’app Imou Life è sufficiente seguire i vari passaggi e, in pochi minuti, potrete controllare ogni dettaglio tramite il vostro smartphone.
Ah: non va a batterie, ha il suo alimentatore da collegare alla corrente. Per la connessione invece potete scegliere tra il wi-fi o un cavo ethernet.
Oltre al monitoraggio in tempo reale è possibile impostare le notifiche relative a eventuali movimenti (e qui si può scegliere la sensibilità del rilevamento, si possono escludere alcune zone dell’inquadratura da tale rilevamento o decidere di ricevere una notifica solo quando viene rilevata una persona – e non come poco fa, quando mi ha segnalato una falena che girava davanti alla lente).
Io ci ho messo pure una sd card, così da avere sempre le registrazioni complete degli ultimi giorni, ma è possibile sottoscrivere anche un abbonamento per archiviare tutto sul cloud (una soluzione non compatibile con la limitazione di giga del nostro attuale piano tariffario).
Da tutto questo pippone sembra che la telecamera sia stata installata per beccare eventuali malintenzionati ma in realtà l’abbiamo messa perché così posso salutare Zeno e Tilda quando fanno il bagno in piscina e io sono invece in ufficio a 100km di distanza, visto che la si può usare come interfono, avendo sia microfono che altoparlante.
Conclusione: si vede da dio, fa tutto quello che deve fare e che mi interessa.
Direi super promossa!
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