Io amo i gadget da cucina. Ne sono attratta in modo irrazionale, devo possederli tutti, li bramo, passo giorni interi e notti insonni a pensare alla prossima aggiunta alla mia collezione, bramando l’oggetto del desiderio smodatamente e con un po’ di vergogna. Un po’ di vergogna perché ormai l’esperienza mi ha insegnato che buona parte di questi innamoramenti sono fuochi di paglia e l’ultimo oggetto del desiderio presto verrà relegato sul pensile più alto della cucina a prendere polvere.
A volte però capita che questi amorazzi nati dalla più bieca e ignorante smania di possesso si trasformino in amore vero. È successo con la Crock-Pot, tanto da essere diventata uno dei punti saldi non solo della mia cucina ma anche delle mie conversazioni. Dopo aver convertito svariati amici al suo utilizzo e averne ammorbati altrettanti con i racconti dei suoi mirabolanti pregi ho deciso di avere abbastanza autorità in materia per scrivere una breve (ma spero esaustiva) guida in merito.
Che cos’è la Crock-Pot?
La Crock-Pot è il nome commerciale di una marca di slow cooker. Un po’ come chiamare Rimmel il mascara. Ok, ne sapete quanto prima. La slow cooker (o Crock-Pot) è una genialata: è una pentola per le cotture lunghe a bassa temperatura.
Immaginate una stufa in una baita di montagna, oppure un camino in una cucina con il soffitto a volte e il pavimento in cotto in campagna: sul fuoco c’è una pentola in coccio che sobbolle quieta, spargendo nell’aria un buon profumo. Ecco: la Crock-Pot è quella cosa lì, per le cucine moderne.
Si compone in tre parti fondamentali: la pentola vera e propria, solitamente è in coccio e di forma ovale, il suo coperchio in vetro e il “contenitore” in metallo che è la parte fondamentale perché è quella che scaldandosi porta in temperatura la pentola di coccio e permette ai vostri cibi di cuocere. Infatti la slow cooker non va sul fuoco del fornello ma funziona con una resistenza elettrica, quindi attaccata alla presa della corrente.
Ma cosa ci cucino?
Onestamente, nulla che non possa essere cucinato anche in altro modo. La caratteristica di questo tipo di cottura però è quella di sfruttare per lungo tempo temperature relativamente basse. È quindi una cottura delicata che permette di preservare al meglio i sapori e allo stesso tempo in grado di rendere morbidissimo ogni taglio di carne. Si tratta di un tipo di cucina forse adatta all’autunno o all’inverno: rende il meglio con zuppe di verdure o di legumi, spezzatini di carne, brasati, e generalmente preparazioni in umido poiché le basse temperature aiutano a estrarre il “succo” dagli ingredienti ma senza farlo evaporare, arricchendo quindi le ricette di un gusto davvero speciale.
Ok, ma come funziona in pratica?
In pratica metti gli ingredienti nella pentola di coccio, chiudi il coperchio, accendi e lasci fare. A seconda del tipo di preparazione e dell’intensità della temperatura impostata (di solito ci sono due regolazioni: alta/bassa più una terza per mantenere al caldo) il cibo cuoce per un tempo che varia tra le 4 e le 6 ore, durante le quali tu puoi dimenticarti completamente della tua cena, fare tutt’altro e essere altrove: lei sta lì e cucina. Da sola.
Ma non consuma troppo?
Anche io avevo delle perplessità sia dal punto di vista della sicurezza (non si lasciano le pentole sul fuoco incustodite!) sia dal punto di vista dei consumi (un elettrodomestico accesso costantemente per 6 ore di fila?!?). In realtà la slow cooker consuma veramente poco, penso nell’ordine di quanto consumi una lampadina. Sul lasciarla accesa incustodita ho sperimentato che è assolutamente sicura: il cibo non arriva mai a bollire (quindi non trabocca), non sono coinvolte alte temperature né gas né pericoli vari.
Quale devo prendere? Ce ne sono di mille tipi e dimensioni, non capisco, aiuto.
Punto 1: le dimensioni contano. Per rendere al meglio la slow cooker deve essere riempita almeno per 3/4. È importante quindi avere almeno un’idea della quantità di cibo che ci si vorrà cucinare ogni volta, in modo da trovare delle porzioni sensate e non eccedere con gli avanzi. Questa è la mia e ha una capienza di 3,5lt, dipende dalla ricetta ma cucino solitamente almeno 4 porzioni. Secondo me è l’ideale per avere porzioni abbondanti per cena e un avanzo sensato da usare come schiscetta il giorno dopo o da tenere in frigo quindi va benissimo se normalmente siete in 2 (o 2 + bambini). Le misure più grandi mi sentirei di consigliarle solo alle famiglie numerose, dai 4 adulti/adolescenti in su, mentre quelle più piccoline potrebbero andare bene per i single e le coppie con poca fame ma val la pena domandarsi se effettivamente sia un investimento sensato.
Punto 2: accessori, timer, automescolamento, plancia di comando, laser. Non serve niente di tutto questo. Scegliete un modello base con le tre funzioni principali: bassa temperatura, alta temperatura (che poi è comunque bassa!) e mantenimento in caldo. Stop. Non serve altro. Potrebbe essere utile il timer: caricate gli ingredienti la mattina prima di uscire e poi fate partire la pentola in orario ragionevole per trovare la cena pronta quando rientrate a casa. Calcolate che lo stesso effetto potete ottenerlo applicando un timer alla presa della corrente. La funzione di automescolamento sinceramente non credo aggiunga nulla di fondamentale (non ho mai mescolato nemmeno a mano nessuna delle mie ricette). Inoltre ho visto che ultimamente stanno uscendo versioni che sostituiscono la pentola in coccio con materiali diversi, utilizzabili anche sui fornelli, ricoperti di antiaderente etc. Il mio consiglio? Sempre quello: prendete la versione classica in coccio. Sui fornelli usate le vostre pentole. Se volete un arrosto al forno fatelo al forno, se volete rosolare la carne rosolatela sui fornelli. Non tutti gli strumenti servono a tutto, l’importante è che ognuno faccia bene il proprio mestiere. Se poi proprio non potete fare a meno della versione ultraccessoriata (lo capisco, ognuno ha le proprie manie da assecondare e soddisfare) c’è questa che mi sembra promettere molto bene.
Altre cose che devo sapere?
Sì, certo. È pur sempre uno dei miei argomenti di conversazione preferiti di sempre quindi ecco alcuni consigli di utilizzo del tutto casuali.
- Non aprire MAI il coperchio. No, davvero. È fatto di vetro apposta: spia sfruttando la trasparenza ma lascia fare. Aprendolo scompensi la temperatura e disperdi vapore, è un peccato. A meno che tu non lo faccia per gustare con godimento il profumino che ne esce, capisco che in quel caso sia difficile resistere.
- Non aggiungere acqua o altri liquidi. Sai quando si dice di lasciare qualcuno o qualcosa “a cuocere nel proprio brodo”? Esattamente così: la CrockPot tira fuori i succhi dagli ingredienti crudi e ti stupirai di quanta acqua rilascino le verdure mentre appassiscono piano piano. Per le zuppe magari vuoi aggiungere un po’ di acqua extra, ma per tutte le altre preparazioni cerca di resistere alla tentazione. Considera che i liquidi non evaporano, e se ci provano vengono trattenuti dal coperchio: per questo non serve aggiungerne altri. E per questo tutto diventa così tenero e profumato.
- Consiglio della “brava massaia economa”: non è necessario scegliere i tagli di carne più pregiati. Con questa cottura lunga e lenta diventa tutto davvero morbido e gustoso. Provare per credere.
- Consiglio della “brava massaia sempre di corsa”: quando è il momento di fare la spesa grossa comprate in abbondanza gli ingredienti che vi servono per le vostre ricettine preferite. Assemblateli in più porzioni suddivise in sacchi-gelo e schiaffate tutto nel congelatore per i tempi bui. Quando non saprete cosa preparare per il giorno dopo tirate fuori uno do questi bei saccottoni, lasciatelo in frigo a scongelare per la notte e la mattina dopo ficcate tutto così com’è nella Crock Pot. Sbattimento zero, felicità mille.
- Ah, potete fare tutto senza olio, senza burro e senza sale. Certo, CON è tutto più buono. Ma se per qualunque ragione volete o dovete ridurre l’uso di condimenti e grassi questo è un ottimo modo per non mangiare sciapo: anche solo un minestrone di verdura o una pasta e fagioli fatti con questo metodo diventano davvero golosi.
Ok mi hai fatto venire voglia di comprarla, ho una domanda: In una pasta e fagioli, la pasta, la metti comunque 10 minuti prima di mangiare? Ovvero, usi i tempi di cottura della pasta o bisogna calcolare una cottura più lenta e quindi, assaggiare e regolarsi?
La pasta ci mette molto più tempo a cuocersi perché non la butti in acqua bollente. Personalmente non mi dà fastidio che sia un po’ cotta quindi io la metto all’inizio insieme a tutto il resto e tanti saluti. In alternativa, se sei fan della pasta assolutamente al dente, puoi aggiungerla in un secondo momento e farla andare altri 30/40 minuti: ovviamente i tempi sono diversi da pasta a pasta quindi per trovare il punto di cottura preciso ti conviene controllare e sperimentare (ma considera che ogni volta che apri il coperchio per assaggiare “scompensi” un po’ la temperatura, l’umidità e quindi la cottura).
Alla fine, grazie alla lista dei desideri di Amazon e ad un caro amico che si è fatto avanti per il mio compleanno, sono diventato il fiero possessore di una pentola per lo slow cooker.
Domani, o meglio, stanotte, la testerò con un ragù di lenticchie rosse decorticate (sono vegano e questa è l’alternativa al classico ragù, si usano le lenticchie decorticate al posto della carne tritata, il resto degli ingredienti è la medesima).
Caricherò la pentola stasera e la farò partire verso le 4, per avere il ragù pronto per le 12 massimo.
Non vedo l’ora di assaporare il risultato 🙂
Le faremo sapere, per adesso grazie a te e a Massimo per i vari spunti che mi avete dato 😉
Dom
Piccolo UP post cottura, il ragù è venuto una bomba!!
Buonissimo, le lenticchie erano tenerissime e il sapore eccezionale 🙂
Non vedo l’ora di provarla con altre ricette 😉